SeSaMO per Alaa Abd el-Fattah

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Alaa Abd el Fattah (credit: Nariman el-Mofty CC)

SeSaMO sostiene attivamente la campagna di scarcerazione dell’attivista e prigioniero politico egiziano Alaa Abd el-Fattah, i cui scritti, raccolti sotto il titolo Non siete stati ancora sconfitti sono stati tradotti in italiano da Monica Ruocco per hopelfulmonster editore (Torino, 2021).

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Il libro è stato presentato da Francesca Biancani e Gennaro Gervasio alla libreria Tamu (Napoli) il 21 ottobre 2021, in occasione del Convegno 11 Settembre 2001-2021. Ripercussioni e rappresentazioni di un evento globale | SeSaMO Italia. Al seguente link è possibile accedere alla registrazione dell’incontro: Non siete ancora stati sconfitti: la detenzione politica in Egitto a dieci anni da piazza Tahrir – YouTube

 

 

 

Sul libro e sull’autore, si veda la presentazione dell’edizione inglese del libro: Freedom For / e la recensione di Francesca Biancani Scrivere per (r)esistere. Gli scritti dal carcere di Alaa Abd el-Fattah, la battaglia di una generazione, un monito per tutti (orientxxi.info)

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Dichiarazione di SeSaMO sul verdetto per Alaa Abd el-Fattah

Lunedì 20 dicembre 2021, nel sobborgo cairota di Tagammuʿ al-Khamis, il tribunale della sicurezza di stato d’emergenza per i reati minori presieduto dal giudice Muʿtazz Sadeq si è riunito per emettere il proprio verdetto sul caso n. 1228/2021 in cui gli imputati, l’attivista e blogger Alaa Abd el-Fattah, l’avvocato specializzato in difesa dei diritti umani Muhammad Baqer ed il giornalista Muhammad Ibrahim (“Oxygen”) comparivano con l’accusa di “diffusione di notizie false lesive della sicurezza nazionale”.

I capi di imputazione del caso, mai derubricato a reato minore nonostante la cessazione della legge di emergenza nell’ottobre scorso, sono stati appositamente stralciati dal precedente caso del supremo pubblico ministero per la sicurezza dello Stato n. 1356/2019, al fine di estendere l’incarcerazione degli accusati allo scadere dei due anni di detenzione cautelare. Nel corso delle tre sedute precedenti, alle quali non sono stati ammessi osservatori internazionali malgrado la natura pubblica del dibattimento, gli avvocati degli imputati non hanno mai avuto accesso alle carte processuali, non hanno potuto conferire con i propri assistiti, non hanno vista accolta la richiesta di Alaa Abd el-Fattah di dare loro procura speciale al fine di citare in giudizio la Corte e l’avvocato dell’Accusa.

Davanti a una platea ristretta formata da 3 parenti autorizzati per imputato e dagli avvocati, senza la presenza del giudice né degli imputati, un usciere ha dato comunicazione del verdetto finale ed inappellabile, 5 anni per Alaa Abd el-Fattah e 4 ciascuno per Muhammad Baqir e per Muhammad Ibrahim.

Il processo a Alaa Abd el-Fattah, Muahammad Baqir e “Oxygen” si è evidentemente caratterizzato per il brutale e manifesto disprezzo di ogni correttezza procedurale e per uno svilimento del concetto di stato di diritto che non può che evocare in tutta la sua drammaticità la questione della totale mancanza di indipendenza della magistratura egiziana. SeSaMO, come società di studi impegnata nella difesa della libertà di pensiero che è alla base della libertà accademica, ritiene necessario e doveroso denunciare il continuo deterioramento del rispetto dei diritti umani in Egitto e la crescente criminalizzazione del dissenso al di là della vuota retorica ‘distensiva’ del regime. Intende inoltre manifestare la propria piena solidarietà a Alaa, Muhammad e “Oxygen” e a tutti i prigionieri di coscienza nelle carceri egiziane e chiede con forza la loro liberazione.

Post Facebook di Ahdaf Soueif, scrittrice e attivista politica, zia di Alaa Abd el-Fattah del 21 dicembre 2021:

No photo description available.

So here’s what happened earlier:
We arrived at the court very early (it’s an hour’s drive from central Cairo) We sat in the courtroom, we the families of Alaa, Baqer and Oxygen, and their friends and their many lawyers.
The court, as you know by now, is a standard Misdemeanors’ Court, which when our case is heard transforms itself into an Emergency State Security Misdemeanours Court. So there’s always a couple of dockets of Tax Evasion and Financial Misdemeanours cases ahead of us and the judge sits on his bench and deals with them very quickly one by one. Well, today he stayed in his chambers and as each case was called the lawyer and the file would go into him and come out in a few minutes. So we sat and waited for a couple of hours.
By now several of Alaa’s friends had not been allowed in – not allowed in the building even – and were waiting in the street outside.
We learned that Alaa, Baqer and Oxygen had arrived – with Alaa, as usual in a separate, armoured police transport vehicle – and had been taken down to the cells.
So we sat and waited, and the judge finished his financial cases. So now we’re waiting for the Guard to bring the men up from the cells so we see them for a few minutes and give them a quick hug and tell them all the bits and pieces we need to tell them before the judge convenes the court and it all begins.
Instead there are suddenly great shouts and the State Security Officers are there and shouting to empty the courtroom. So of course we stand – or sit – our ground and insist that sentencing has to be public and they say these are the judge’s orders and the lawyers negotiate and eventually 3 family members of each defendant are allowed to stay in the courtroom – plus all the lawyers.
So now we’re really waiting for Alaa, Baqer and Oxygen to be brought in and getting ready to throw ourselves at them and hug them as they’re walked to the cage/dock. But what come in is one after another of very sorry-looking men, poor, sad, undernourished, coming to have their pretrial detentions renewed and – of course – in the Misdemeanours’ Court the crimes they’re accused of must be really small. So they too are taken into the Judge’s chambers one by one and dealt with in there. And when we come to the end of this we know that there’s nothing else in the docket for the court except to transform itself into State Security Emergency, our case.
So we’re hanging around staring at the door and the hall outside where Alaa, Baqer and Oxygen will appear when suddenly there’s a mighty knock and a cry of Ma7KAma! (Court) and we all swivel round to look at Judge Mu3tazz Sadek’s bench but the person who’s appeared behind the bench, in the doorway that leads to the Judge’s chambers is the court usher (yes, that’s right) and he’s yelling out very loud and very fast: Alaa And el Fattah 5 years Muhammad al-Baqer 4 years Muhammad Radwan (Oxygen) 4 years and backing hurriedly into the door and slamming it behind him.
there’s a pause and then our shouting and praying and cursing wells up. One young lawyer – who had himself been forcibly disappeared for 8 months then detained for 14 and is a close
friend of Baqer fell down and his lawyer friends made a circle round him while they brought him back. Laila just sat very quiet in a pew. Mona was lambasting someone on the phone. Many of us were crying. None of the big State Security officers was around.
They turned off the lights.
Soldiers were telling us to leave: we need to close the courtroom.
We waited in the street hoping for a glimpse of the men as they were being driven away – a glimpse of a shadow behind the black bars and steel mesh of the tiny windows of the police transport. When the first one came we yelled out to Baqer and Oxygen. Out of the second one someone heard Alaa’s voice calling out urgently: “How many years?”
Th picture is as close as we got to them today. It’s taken off the internet as I didn’t take a photo as I know they probably don’t like people taking photos. Maybe it’s even forbidden.

 

Si veda anche l’articolo del New York Times: Opinion | My Son Is Not Alone. Millions of Young People Commit His Crime. – The New York Times (nytimes.com)

 Digiuno solidale

Su iniziativa di Amnesty International Italia e hopefulmonster editore, il 28 maggio 2022 comincia la staffetta del digiuno solidale di 24 ore di sostegno allo sciopero della fame che Alaa Abd el-Fattah conduce da 57 giorni in carcere.

Digiuno solidale per Alaa

 

Appello di Riccardo Noury e Paola Caridi, 7 novembre 2022

(English follows)
«Il nostro amore per la vita è resistenza. Corriamo incontro ai proiettili perché amiamo la vita ed entriamo in prigione perché amiamo la libertà» 

(Alaa Abd el-Fattah, Non siete stati ancora sconfitti, trad. di Monica Ruocco, hopefulmonster editore 2021)

Non c’è più tempo. Da domenica 6 novembre Alaa Abd el-Fattah, importante attivista egiziano, tra i protagonisti della rivoluzione egiziana del 2011, è in sciopero della sete e della fame.
Il suo corpo è già fortemente debilitato da 7 mesi, oltre 200 giorni, di sciopero della fame, decisione che Alaa ha assunto per lottare fino alla fine contro le politiche di negazione delle libertà fondamentali di Abd el-Fattah al-Sisi.
Alaa, cittadino egiziano e britannico, è uno degli oltre sessantamila prigionieri politici egiziani. Prigionieri di un regime che in questi giorni accoglie a Sharm el-Sheykh i leader del mondo per la Conferenza ONU contro i cambiamenti climatici #COP27.
Non c’è giustizia climatica senza rispetto dei diritti umani.
Dal gennaio 2011, Alaa ha trascorso oltre 2600 giorni in prigione: è stato torturato, privato della luce, di ogni tutela e diritto. Tutto questo unicamente per aver condiviso idee di giustizia e libertà.
Dallo scorso maggio oltre 200 persone hanno digiunato in Italia, e non solo, in solidarietà con Alaa e con tutti i prigionieri politici egiziani. A sostegno di Alaa e della sua famiglia, facciamo appello a chi ha già aderito al digiuno solidale e a chiunque voglia unirsi ora, a una giornata di digiuno collettivo della fame mercoledì 9 novembre, per chiedere l’immediata liberazione di Alaa.
Per aderire è sufficiente inviare una mail entro la mezzanotte di domani 8 novembre a info@invisiblearabs.com
Non c’è più tempo, Alaa deve essere rilasciato subito.
#FreeAlaa #FreeThemAll
Riccardo Noury e Paola Caridi
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English Version
“Our love for life is resistance. We race towards the bullets because we love life, and we walk into prison because we love freedom” (Alaa Abd-el Fattah, You have not yet been defeated, Fitzcarraldo editions, 2021)
There is no more time. Since Sunday 6 November, Alaa Abd el-Fattah, a prominent Egyptian activist and one of the protagonists of the 2011 Egyptian revolution, has been on thirst and hunger strike.
His body is already severely debilitated from 7 months, over 200 days, of hunger strike, a decision Alaa took to fight until the end against Abd el-Fattah al-Sisi’s policies of denial of fundamental freedoms.
Alaa, an Egyptian and British citizen, is one of the more than sixty thousand Egyptian political prisoners. Prisoners of a regime that during these days welcomes world leaders to Sharm el-Sheykh for the UN Climate Change Conference #COP27.
There is no climate justice without respect for human rights.
Since January 2011, Alaa has spent more than 2600 days in prison: he has been tortured, deprived of light, of all protection and rights. All this solely for sharing ideas of justice and freedom.
Since last May, more than 200 people have fasted in Italy and elsewhere in solidarity with Alaa and all Egyptian political prisoners. In support of Alaa and his family, we call on those who have already joined the solidarity fast and anyone who wants to join now, to a day of collective hunger fasting on Wednesday 9 November 2022, to demand Alaa’s immediate release.
To join, simply send an email by tomorrow, November 8, 2022, at midnight to info@invisiblearabs.com.
There is no more time, Alaa must be immediately released.
#FreeAlaa #FreeThemAll

Lettera del direttivo alla Presidente del Consiglio, 9 novembre 2022

 

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